Massime penali della Cassazione di ottobre 2012

Abuso d’ufficio – Fattispecie

(cod. pen.: art. 323)

— Configura il reato di abuso di ufficio la condotta del medico ospedaliero che, contravvenendo all’obbligo di astensione, all’atto delle dimissioni di un paziente sottoposto ad intervento chirurgico lo inviti a recarsi presso il proprio studio professionale per la visita di controllo post-operatoria invece di indirizzarlo presso il medesimo presidio ospedaliero. (Nella specie, la S.C. ha precisato che tale visita di controllo rientra nel «rapporto terapeutico» basato sulla prestazione medica, anche successiva all’intervento, e sulla controprestazione del pagamento del ticket) (Sent. n. 40824, Sez. VI, del 17-10-2012).

 

Appello – Richiesta di rinnovazione dell’istruzione dibattimentale mediante assunzione di prove sopravvenute dopo il giudizio di primo grado

(cod. proc. pen.: art. 603)

— È inammissibile la richiesta di rinnovazione dell’istruzione dibattimentale mediante assunzione di prove sopravvenute dopo il giudizio di primo grado ove non vengano indicati o forniti elementi concreti per consentire al giudice di valutare l’effettiva sopravvenienza della prova (Sent. n. 37917, Sez. III, dell’1-10-2012).

 

Appello – Rinnovazione dell’istruzione dibattimentale

(cod. proc. pen.: art. 603)

— Ai fini della rinnovazione del dibattimento in appello, il giudice deve valutare l’indispensabilità della prova richiesta dalla parte, avendo riguardo — con riferimento alla testimonianza — alla sua decisività e non alla sua verosimiglianza, che implica un giudizio di fatto che non può essere formulato a priori, ma solo dopo l’espletamento della prova, sulla base del confronto con tutti gli elementi di valutazione dell’attendibilità dei testi. (In applicazione di tale principio, la S.C., pur avendo censurato la decisione fondata sul criterio prognostico relativo alla verosimiglianza delle dichiarazioni che i testimoni avrebbero reso, ha respinto il ricorso per la mancata dimostrazione che la prova negata avrebbe determinato un diverso esito del processo) (Sent. n. 42006, Sez. III, del 26-10-2012).

 

Appello – Sentenza che, in riforma della decisione di condanna in primo grado, assolva l’imputato sulla base della valutazione del medesimo compendio probatorio

(cod. proc. pen.: artt. 533, 605)

— È legittima la sentenza d’appello che, in riforma della decisione di condanna intervenuta in primo grado, assolva l’imputato sulla base della valutazione del medesimo compendio probatorio, atteso che l’assoluzione non presuppone la certezza dell’innocenza, ma la mera non certezza della colpevolezza (Sent. n. 42007, Sez. III, del 26-10-2012).

 

* Appropriazione di cose smarrite – Fattispecie

(cod. pen.: artt. 624, 647)

— Integra il reato di appropriazione di cose smarrite e non quello di furto l’impossessamento di un telefono cellulare altrui oggetto di smarrimento, atteso che il codice IMEI stampato nel vano batteria dell’apparecchio identifica la cosa ma non la proprietà del bene (Sent. n. 40654, Sez. II, del 17-10-2012).

 

Delitti contro il patrimonio – Causa di non punibilità ex art. 649 I co. n. 2 cod. pen.

(cod. pen.: art. 649 I co. n. 2)

— In tema di reati contro il patrimonio, la causa di non punibilità prevista dall’art. 649 cod. pen. per l’affine in linea retta permane anche nel caso in cui la persona offesa cui inerisce l’affinità sia divorziata dal coniuge di collegamento e vi sia prole (Sent. n. 39844, Sez. II, del 9-10-2012).

 

Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose – Fattispecie

(cod. pen.: art. 392)

— Integra il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, la condotta del proprietario che disdica i contratti di fornitura delle utenze domestiche — a lui intestate — relative ad un appartamento dato in locazione, al fine di accelerare le attività di rilascio dell’immobile da parte del conduttore, in quanto detta condotta realizza la violenza sulla cosa attraverso un mutamento di destinazione dei beni portati dalle dette utenze, ed è attuata nonostante la possibilità di azionare il diritto al rilascio dell’appartamento attraverso il ricorso al giudice (Sent. n. 41675, Sez. VI, del 25-10-2012).

 

Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici – Scriminante dell’esercizio di un diritto – Applicabilità – Esclusione

(cod. pen.: artt. 51 I co., 479)

— In tema di falso in atto pubblico, il pubblico ufficiale estensore dell’atto (nella specie, un verbale di arresto) non può invocare la scriminante dell’esercizio del diritto (art. 51 cod. pen.), sub specie del principio nemo tenetur se detegere, per avere attestato il falso al fine di non fare emergere la propria penale responsabilità in ordine all’episodio in esso rappresentato, non potendo la finalità probatoria dell’atto pubblico essere sacrificata all’interesse del singolo di sottrarsi alle conseguenze di un delitto (Sent. n. 38085, Sez. V, del 2-10-2012).

 

Falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità – Fattispecie

(cod. pen.: art. 481; D.P.R. 380/2001: art. 25)

— Integra il reato di falsità ideologica in certificati commesso da persone esercenti un servizio di pubblica necessità l’attestazione resa dal direttore dei lavori e dal proprietario dell’immobile nel rispetto della normativa in materia di sicurezza della costruzione con riguardo ad un fabbricato in cui al posto di una scala in cemento armato vi sia un vuoto spaziale. (In motivazione la Corte ha precisato che il concetto di sicurezza di cui all’art. 25 del D.P.R. n. 380 del 2001 deve essere inteso nella più ampia accezione quale presenza nel fabbricato di caratteristiche edificatorie conformi alle previsioni progettuali ed alle prescrizioni normative, funzionali alla sicurezza del fabbricato, sia con riguardo alla sua stabilità strutturale che all’esigenza di prevenzione di danni a persone o cose) (Sent. n. 39513, Sez. V, dell’8-10-2012).

 

Furto in un supermercato – Non è furto in abitazione – Ragione

(cod. pen.: artt. 624, 624 bis)

— Non integra il reato di furto in abitazione ma quello previsto dall’art. 624 cod. pen. la condotta di colui che si impossessa della merce sottratta in un supermercato, non potendo quest’ultimo ritenersi luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora (Sent. n. 39134, Sez. II, del 5-10-2012).

 

* Furto – Nozione di profitto

(cod. pen.: art. 624)

— In tema di furto, il concetto di profitto va inteso in senso ampio, così da comprendervi non solo il vantaggio di natura puramente economica, ma anche quello di natura non patrimoniale, realizzabile con l’impossessamento della cosa mobile altrui commesso con coscienza e volontà in danno della persona offesa. (Fattispecie nella quale è stato riconosciuto il fine di profitto in relazione alla sottrazione di un’agendina telefonica dalle mani della vittima, finalizzata ad impedire a quest’ultima di fare una telefonata) (Sent. n. 40631, Sez. II, del 17-10-2012).

 

* Incompetenza per materia per ragioni di connessione – Rilevabilità da parte della Corte di assise

(cod. proc. pen.: artt. 12, 15, 21)

— La Corte di assise può rilevare l’incompetenza per materia per ragioni di connessione anche se la relativa eccezione non sia mai stata sollevata dalle parti nel corso dell’udienza preliminare. (Fattispecie in cui la Corte di assise, investita di un procedimento riguardante i delitti di omicidio, partecipazione ad associazione mafiosa ed estorsione, aveva dichiarato con sentenza l’incompetenza per connessione con riferimento ai reati di competenza del Tribunale) (Sent. n. 40879, Sez. I, del 18-10-2012).

 

Ingiuria e diffamazione – Esimente ex art. 599 cod. pen. – Configurabilità – Criterio di necessità

(cod. pen.: artt. 594, 595, 599)

— Nei delitti di ingiuria e diffamazione, ai fini della configurabilità dell’esimente di cui all’art. 599 cod. pen., ancorché non rilevi la proporzione fra la reazione ed il fatto ingiusto altrui, occorre, tuttavia, che sussista un nesso di causalità determinante tra il fatto provocante ed il fatto provocato, non essendo all’uopo sufficiente un legame di mera occasionalità (Sent. n. 39508, Sez. V, dell’8-10-2012).

 

Misure cautelari personali – Custodia cautelare in carcere ripristinata a seguito di condanna in appello per il reato di associazione a delinquere

(cod. proc. pen.: art. 274 lett. b; cod. pen.: art. 416)

— La custodia cautelare in carcere ripristinata a seguito di condanna in appello per il reato di associazione a delinquere può essere emessa anche nei confronti di persona detenuta, in quanto tale stato non può, di per sé, condurre ad escludere la possibilità di riconoscere la sussistenza delle esigenze cautelari relative al concreto pericolo di fuga (Sent. n. 41271, Sez. II, del 23-10-2012).

 

Morte o lesioni come conseguenza di altro delitto – Decesso dell’assuntore di sostanza stupefacente

(cod. pen.: art. 586)

— In tema di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, il decesso dell’assuntore di sostanza stupefacente è imputabile alla responsabilità del cedente sempre che, oltre al nesso di causalità materiale, sussista la colpa in concreto per violazione di una regola precauzionale (diversa dalla norma che incrimina la condotta di cessione) con prevedibilità ed evitabilità dell’evento, da valutarsi alla stregua dell’agente modello razionale, tenuto conto delle circostanze del caso concreto conosciute o conoscibili dall’agente reale. (Fattispecie nella quale la S.C. ha annullato la sentenza impugnata, che aveva motivato la prevedibilità del rischio di overdose senza spiegare i rapporti esistenti tra le parti ma limitandosi a richiamare la sistematica attività di spaccio dell’imputato, piuttosto che far menzione della circostanza che la stessa vittima avesse dichiarato allo spacciatore di essere alla sua prima esperienza di assuntore di droga) (Sent. n. 41462, Sez. III, del 24-10-2012).

 

* Omicidio preterintenzionale – Elemento soggettivo

(cod. pen.: artt. 43 I co., 584)

— L’elemento soggettivo dell’omicidio preterintenzionale è costituito unicamente dal dolo di percosse o lesioni, in quanto la disposizione di cui all’art. 43 cod. pen. assorbe la prevedibilità di evento più grave nell’intenzione di risultato (Sent. n. 40389, Sez. V, del 15-10-2012).

 

Possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi – Fattispecie

(cod. pen.: art. 497 bis)

— Integra il delitto di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi il mero possesso di un documento falso valido per l’espatrio indipendentemente dall’uso, comunque non circoscritto alle sole condotte volte ad agevolare l’espatrio o l’ingresso dell’utilizzatore, che di esso si intenda fare. (In applicazione del principio la Corte ha rigettato il ricorso con cui si sosteneva la non configurabilità del reato in caso di uso del documento per commettere truffe) (Sent. n. 39408, Sez. V, del 5-10-2012).

 

Prova – Valutazione delle dichiarazioni della persona offesa

(cod. proc. pen.: art. 192 III co.)

— Le regole dettate dall’art. 192, comma terzo, cod. proc. pen. non si applicano alle dichiarazioni della persona offesa, le quali possono essere legittimamente poste da sole a fondamento dell’affermazione di penale responsabilità dell’imputato, previa verifica, corredata da idonea motivazione, della credibilità soggettiva del dichiarante e dell’attendibilità intrinseca del suo racconto, che peraltro deve in tal caso essere più penetrante e rigorosa rispetto a quella cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone. (In motivazione la Corte ha altresì precisato come, nel caso in cui la persona offesa si sia altresì costituita parte civile, può essere opportuno procedere al riscontro di tali dichiarazioni con altri elementi) (Sent. n. 41461, Sez. Unite, del 24-10-2012).

 

Querela priva dell’enunciazione formale della fonte dei poteri di rappresentanza conferiti al legale rappresentante della persona giuridica

(cod. proc. pen.: art. 337 III co.)

— La querela priva dell’enunciazione formale della fonte dei poteri di rappresentanza conferiti al legale rappresentante della persona giuridica non è nulla, in quanto la sua inefficacia consegue solo alla mancanza di un effettivo rapporto fra il querelante e l’ente (Sent. n. 39839, Sez. II, del 9-10-2012).

 

Reati commessi col mezzo della stampa periodica – Esimente del diritto di cronaca nei confronti del direttore responsabile – Fattispecie in cui non sussiste

(cod. pen.: artt. 51 I co., 57)

— Non sussiste l’esimente del diritto di cronaca nei confronti del direttore responsabile di un quotidiano che abbia omesso il controllo sulla pubblicazione di un articolo che abbia, contrariamente al vero, affermato la notizia di un’indagine penale per corruzione nei confronti di un direttore della Motorizzazione civile indagato, invece, solo per abuso d’ufficio e successivamente prosciolto (Sent. n. 39503, Sez. V, dell’8-10-2012).

 

Riciclaggio – Agevole accertamento della provenienza illecita della res

(cod. pen.: artt. 49 II co., 648 bis)

— In tema di riciclaggio, non si ha reato impossibile ove sia agevole l’accertamento della provenienza illecita della res. (Fattispecie relativa ad autovettura cui era stata apposta la targa di un altro veicolo provento di furto, in cui la Corte ha precisato che, per aversi reato impossibile, l’inidoneità dell’azione deve essere ex ante assoluta e non può desumersi dal mero fatto che il reato sia stato agevolmente scoperto) (Sent. n. 37718, Sez. II, dell’1-10-2012).

 

Rifiuto di atti di ufficio – Fattispecie

(cod. pen.: art. 328 I co.)

— Integra il reato di rifiuto di atti di ufficio la condotta del medico di turno in ospedale che si rifiuta di effettuare una consulenza cardiologica urgente su un paziente ricoverato in altro reparto, sebbene più volte sollecitato ed informato dell’aggravarsi delle condizioni dello stesso (Sent. n. 39745, Sez. VI, dell’8-10-2012).

 

Ritrattazione effettuata nel processo penale – Quando esclude la punibilità di una falsa testimonianza resa in un processo civile

(cod. pen.: artt. 372, 376)

— La ritrattazione effettuata nel processo penale esclude la punibilità di una falsa testimonianza resa in un processo civile solo se interviene prima che sulla domanda giudiziale in sede civilistica sia stata pronunciata sentenza definitiva anche se non irrevocabile, tale dovendosi ritenere la sentenza emessa in primo grado, in appello o in sede di rinvio, con cui viene completamente deciso il merito (Sent. n. 42502, Sez. VI, del 31-10-2012).

 

Truffa – Idoneità degli artifici e raggiri

(cod. pen.: artt. 56, 640)

— In tema di truffa, l’idoneità degli artifici e raggiri non è esclusa dal fatto che per svelarli sia necessario il successivo intervento di atti di controllo, atteso che l’idoneità postula che i comportamenti truffaldini siano astrattamente capaci, con valutazione ex ante, di causare l’evento. (Fattispecie relativa all’avvenuta falsificazione di un biglietto «gratta e vinci» con successiva presentazione dello stesso all’Autorità competente ad erogare il premio, in cui la S.C. ha escluso la grossolanità del falso, ritenendola incompatibile con le sofisticate verifiche indispensabili ad accertare i fatti) (Sent. n. 40624, Sez. II, del 17-10-2012).

 

Violazione di sigilli – Mancata convalida del sequestro da parte dell’autorità giudiziaria

(cod. pen.: art. 349)

— In tema violazione di sigilli, è irrilevante, ai fini della configurabilità del reato, la mancata convalida del sequestro da parte dell’autorità giudiziaria (Sent. n. 37913, Sez. III, dell’1-10-2012).